Progetto Euploos

Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi

Scheda Catalogo "11013 F"

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Scheda aggiornata al 16-11-2024
Opera 11013 F
  • inv. 11013 F
  • Zuccari Federico (1540-1541/ 1609)
  • L'orafo e il pittore
  • Categoria: Figura
  • Tecnica e materia: penna e inchiostro, pennello e inchiostro diluito, tracce di pietra rossa su carta
  • Misure: 210 x 196 mm
  • Stemmi, emblemi, marchi: timbro a inchiostro di collezione: Reale Galleria degli Uffizi (Lugt 929) sul recto in basso adestra

Notizie storiche e critiche

Nel disegno, tradizionalmente attribuito a Federico Zuccari, la scena è ambientata nella bottega di un orafo, come si deduce dagli oggetti nella teca alla parete e dagli strumenti sul banco, fra cui la caratteristica bilancia. L’orafo è il giovane seduto al banco, distolto dalle sue occupazioni dall’arrivo di un uomo barbuto più anziano con cappello e mantello, che gli mostra un foglio. Questo illustra la medesima scena con un effetto illusionistico di quadro nel quadro (espediente assai caro allo Zuccari), giocando sull’identità di spazio e di tempo: rappresenta infatti il giovane seduto che allunga un braccio verso l’uomo in piedi. Il disegno del GDSU è descritto nel ‘Catalogo dei disegni’, stilato da Giuseppe Pelli Bencivenni: “Un argentiere al suo banco, a cui Federigo presenta un disegno” . L’identificazione dell’uomo con mantello e cappello effigiato nel foglio con un autoritratto di Federico proposta dal manoscritto è di un certo interesse e risulta verosimile al confronto con i ritratti dell’artista . Secondo una proposta avanzata da Cristina Acidini (1998-1999), il giovane orafo potrebbe essere Luigi Zuccari, fratello mezzano di Taddeo e Federico . Come quest’ultimo, anche Luigi si stabilì ancor giovane a Roma presso Taddeo, che lo mise a bottega presso un orefice (Giorgio Vasari, ‘Le vite de’ più eccellenti pittori, Scultori et Architettori […] di nuovo ampliate’, Firenze 1568, 3 voll., a cura di Milanesi G., in ‘Le opere di Giorgio Vasari’, Firenze 1878-1885, 9 voll., VII, 1881, p. 80). Entrò nella rinomata colonia di orafi, originari – come lui – di Sant’Angelo in Vado ma residenti nella città pontificia. Presente in patria sin dagli anni Sessanta, risulta già morto nel 1577. Rimangono alcune lettere a documentare il rapporto fra Luigi e Federico . Federico lo ritrasse ancora fanciullo insieme agli altri fratelli maschi in una lunetta della Sala terrena di Palazzo Zuccari a Roma, nel ciclo pittorico dedicato alla celebrazione della propria famiglia, e forse nella Pala Zuccari per la chiesa di Santa Caterina in Sant’Angelo in Vado (ora nel Municipio) . Non risulta sostenibile l’ipotesi di Gere secondo cui il foglio del GDSU sarebbe uno studio per una storia perduta della vita di Taddeo . Con ironia pungente e vivace, il disegno degli Uffizi – dove pittore e orafo paiono messi a confronto – pare richiamare la disputa sulla superiorità delle arti, tema cruciale affrontato nelle accademie e nei trattati d’arte cinquecenteschi. Infatti, la scena dimostrerebbe la superiorità del Disegno e delle tre arti sue figlie, Pittura, Scultura e Architettura, rispetto alle arti “meccaniche” come l’oreficeria. In particolare la Pittura, al tempo stesso “nodrice, balia e madre” del Disegno, “con artificio singolare et operazione artificiosa va imitando e ritrando la natura e quanto dall’artificio umano è fabricato” . “Aemula Naturae” recita la scritta che accompagna la personificazione della Pittura nella volta della Sala del Disegno in Casa Zuccari a Roma . Nell’affresco – una sorta di trasposizione figurata delle teorie di Federico – Pittura, architettura e Scultura circondano il Disegno, “scintilla divina” che illumina le azioni sulla via della virtù, una sorta di demiurgo supremo con facoltà creative assimilabili a quelle divine. (Scheda a cura di Elena Capretti, pubblicata in Firenze 2009; revisione del testo per la pubblicazione sul sito del Progetto Euploos a cura di Aliventi R.).

Mostre

  • Firenze 1966
    Gere J., Mostra di disegni degli Zuccari (Taddeo e Federico Zuccari e Raffaellino da Reggio), catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 1966, Firenze 1966, p. 50 n. 76, fig. 47 (scheda a cura di Gere J.)
  • Firenze 2009-2010
    Acidini C./ Capretti E., Innocente e calunniato. Federico Zuccari (1539/40-1609) e le vendette d'artista, catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 2009-2010, Firenze 2009, p. 90, n. 1.4, ripr. a p. 91 (scheda a cura di Capretti E.)

Bibliografia

  • Pelli Bencivenni G. [1775 - 1793] (GDSU, ms. 102)
    Pelli Bencivenni G., Catalogo dei disegni, [1775 - 1793] (GDSU, ms. 102), v. IV ("Zuccari Federico"), v. dei Grandi XVII n. 18
  • Heikamp D. 1967
    Heikamp D., Federico Zuccari a Firenze, 1575-1579. I. La cupola del Duomo. Il diaro disegnato, in Paragone, XVIII, n. 205, 1967, pp. 52-53, tav. 17c
  • Acidini Luchinat C. 1998-1999
    Acidini Luchinat C., Taddeo e Federico Zuccari: fratelli pittori del Cinquecento, Milano, 1998-1999, v. II pp. 4-5, fig. 9
  • Petrioli Tofani A. 2014
    Petrioli Tofani A., L'inventario settecentesco dei disegni degli Uffizi di Giuseppe Pelli Bencivenni. Trascrizione e commento, Firenze, 2014, v. II p. 854
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