Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
In quello [disegno] di n. 65 [vedasi Taddeo disegnare] il ‘Giudizio Universale di Michelagnolo”: grazie a questa precisa indicazione è possibile identificare il foglio in mostra tra i “Disegni a acquerello e penna che rappresentano vari fatti della prima giovinezza di Taddeo”, descritti nell’inventario di Pelli Bencivenni, redatto tra il 1775 e il 1784 GDSU, ms. 102). L’attenzione e la precisione rivolta a questi disegni che nell’inventario settecentesco venivano ascritti allo stesso Federico Zuccari si giustifica ripensando alla considerazione di cui il pittore godeva anche nel XVII secolo. Nel ‘Registro de’ disegni’ del 1673 Filippo Baldinucci, oltre al quantitativo numerico dei disegni collezionati, aveva stilato un elenco con i nomi degli artisti divisi secondo una gerarchia qualitativa corrispondente ai desiderata di Leopoldo de’ Medici: in essa Federico Zuccari compare nella prima classe di artisti i cui disegni il cardinale avrebbe voluto possedere . Inoltre, attraverso riscontri numerici tra gli inventari, è possibile suppore che la serie con le storie di Taddeo facesse parte del nucleo più antico della collezione medicea. All’interno del gruppo questo foglio è strettamente legato a quello che ritrae ‘Taddeo studia le sculture antiche in Vaticano e gli affreschi delle Stanze: sebbene anche in questo caso non siano riportati i versi zuccareschi, la terzina che accompagna il disegno del Getty Museum (“Inutile fatiga è ‘lpunteggiare/ ma lo[s]ervar qui l’arte il gran desio/ il frutto fa chi qui vole studiare”) . Permette di considerare quanto la rispondenza di rime metta in relazione il “fare”, la pressi, degli antichi e lo “studiare” le opere dei moderni. Il foglio, in particolare, mostra il momento in cui Taddeo è intento a ritrarre la parte inferiore sinistra del ‘Giudizio’ della Cappella Sistina, terminato nel 1541 e sin da allora considerato “exemplum” di varietà delle pose e di forza compositiva, tanto che nel copiarlo si cimentarono tutti i maggiori giovani artisti del tempo. Nella porzione di affresco prescelta per il disegno, raffigurante le anime che ascendono al cielo, benché le figure siano appena abbozzate, si intuisce la salda conoscenza del capolavoro michelangiolesco, non solo da parte di Taddeo, ma anche dello stesso Federico: operazione imprescindibile dovendo affrontare lo stesso soggetto nella cupola del duomo di Firenze. (scheda a cura di Maria Elena De Luca, pubblicata in Firenze 2009-2010; redazione del testo per la pubblicazione sul sito del Progetto Euploos a cura di Aliventi R.). Per ulteriori notizie sulla serie si rimanda alla scheda dell'inv. 10996 F.