Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
Il degno coronamento del percorso tanto difficile quanto virtuoso di un artista come Taddeo è sicuramente la sua inclusione in quella gerarchia dei sommi maestri, ideata da Federico, che vede riuniti Michelangelo, Raffaello e Polidoro da Caravaggio (GDSU, invv. invv. 11023 F, 1341 F, 11016 F): in mezzo ai modelli di riferimento della sua formazione, Taddeo è elevato dal fratelli in atto di meritata ed esemplare glorificaione. I quattro disegni originali, che completavano la serie raffigurante gli episodi della ‘Vita di Taddeo’, sono andati perduti, ma fortunatamente restano le copie antiche conservate presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Seduto in posa di profeta, ai piedi gli strumenti necessati all’arte della pittura, Taddeo regge un cartiglio raffigurante Diana Efesia, divinità simbolo della Natura, richiamando così in maniera esplicita lo speciale legame che lo lega al conterraneo Raffaello, il quale reca, nel suo ritratto, la stessa immagine. Il riquadro principale in cui è inserita la figura è sormontato da un medaglione con due cornucopie, emblema augurale di fertilità e abbondanza, che richiamano quelle poste a incorniciare lo stemma Zuccari all’angolo della casa fiorentina di Federico. Ai lati del ritratto si trovano due formelle mistilinee: in quella di sinistra le Tre Grazie intrecciano le loro braccia a rappresentare l’armonica unione delle tre Arti (Pittura, Scultura, Architettura), le quali tutte discendono dal Disegno, scintilla vivificatrice di ogni capacità intellettiva, raffigurato con dei compassi e una squadra nella formalle di destra (le stesse figure allegoriche, insieme allo Spirito, affiancano Taddeo nell’episodio che illustra il suo ritorno a Roma . Grazie alla testimonianza di Pierre-Jean Mariette, che nel 1735 vide l’intera serie di disegni, sappiamo che i quattro ritratti erano legati fra loro da terzine composte da Federico, nelle quali Taddeo rivolgeva ai grandi maestri e questi gli rispondevano sottolineandone le doti (“Zucchero y adresse la parole, en trois vers italiens, à chacun des dits maistres qui lui répliquent en d’autres vers d’une maniere très flateuse sur l’excellence de ses talents”) . La composizione di questa gerarchia di artisti completa la costruzione del monumento figurativo ideato da Federico per celebrare il fratello, artista virtuoso: nelle sue intenzioni si uniscono così il riconoscimento del talento di Taddeo, il tributo verso i suoi modelli e il monito verso i giovani pittori affinché ricordino l’importanza dello studio assiduo dei grandi maestri nel perseguimento di una completa educazione artistica. (Scheda a cura di Maria Maddalena Rook, pubblicata in Firenze 2009-2010; redazione del testo pubblicato sul sito del Progetto Euploos a cura di Aliventi R.). Per ulteriori notizie sulla serie si rimanda alla scheda dell'inv. 10996 F.