Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
Il disegno, su carta azzurra, fa parte della numerosa sequenza di studi preparatori per quell’“ordinato componimento di figure, le quali tutte insieme stanno in moto all’azzione” che Giovanni Pietro Bellori descrisse con grande accuratezza a proposito della ‘Deposizione di Cristo dalla croce’, dipinta da Federico Barocci fra il 1567 e il 1569 per la Cattedrale di San Lorenzo a Perugia , opera da ritenersi senza dubbio il capolavoro che chiude la prima decade della sua carriera . La rappresentazione di tanti atteggiamenti, forme e azioni ha avuto un lungo processo di elaborazione che, secondo il computo operato da Andrea Emiliani, comprende oltre cinquanta studi . È precisamente questo cospicuo e significativo materiale preparatorio a rendere il dipinto così saldo, in cui ogni cosa è sorretta da quei “giramenti di linee per diverse vie, le quali forman le figure”, per ricordare a tal proposito le parole di Ludovico Dolce . Il foglio in oggetto mostra la figura di san Bernardino, “nella meditazione tutto commosso” , costruita con evidenza, come già rilevato da Emiliani , sul san Giovanni della ‘Deposizione’ di Daniele da Volterra per la chiesa romana di Trinità dei Monti, opera magistrale destinata a costituire un precedente non solo per Barocci ma anche per protagonisti dell’età barocca quali Rubens e Van Dyck, affascinati soprattutto dall’abbandono assunto dal corpo di Cristo, soluzione che citarono consapevolmente anche gli emiliani Annibale Carracci e Mastelletta nelle loro ‘Deposizioni’. La figura di san Bernardino – definita da Babette Bohn “principally a study from life of a nude” e alla quale vanno riferiti anche i vari studi di mano - emerge progressivamente sul foglio attraverso un intrecciarsi di linee verticali, concave o convesse, che la costruiscono secondo scale diverse , dapprima svestita a destra, poi col saio in basso a sinistra, definendo la metrica con cui poi essa sarà trasferita da Barocci sulla tela; a questo scopo si noti la quadrettatura necessaria alla trasposizione. Un ragazzo di bottega dovette probabilmente prestare dal vero le sue sembianze al santo , penso infatti che le lumeggiature conferiscano alle carni una così cangiante e precisa volumetria da avvalorarne l’ipotesi, nonostante la figura sia destinata a essere, nel dipinto, vestita. Al pittore è necessaria la comprensione dei lumi che da sinistra provengono a illuminare la figura finita e dunque, come per tanti altri suoi disegni, Barocci, usando un’espressione di Marilyn Lavin contenuta nel suo saggio pionieristico sullo studio delle lumeggiature, “defines the reflected light” . Riguardo alla genesi della figura è possibile supporre che Barocci abbia dapprima tracciato a pietra nera la grande figura maschile nuda, riservando la definizione delle diverse immagini a momenti successivi, al passo con il ritmo del suo pensiero creativo. Ecco dunque che, in basso a sinistra, prende corpo la figura del Santo esattamente come la si vede sia nello studio compositivo conservato a Firenze, inv. 9348 S. 822 E , che nella tela finita. Per la realizzazione della figura del santo ci sono giunti quattro fogli preparatori. Ritengo che il disegno in oggetto si collochi a metà strada fra lo “scarpigno” - come Barocci usava chiamare i segni a inchiostro filanti come erbe di campo - di Edimburgo (National Gallery of Scotland, inv. n. D 725 verso) e lo studio luministico citato sopra. Nel dipinto, il corpo in torsione del santo, posto di tre quarti, sembra fuoriuscire grazie all’accentuata ricerca di effetti tridimensionali, riscontrabile già nel presente disegno. Barocci riprenderà un analogo movimento per il san Francesco nella pala del ‘Perdono d’Assisi’ (1574 - 1576), per l’incisione de ‘Le stigmate’ e per la medesima figura nella pala con ‘Madonna e Santi’ un tempo nella Chiesa dei Cappuccini di Fossombrone, ora alla Pinacoteca Nazionale di Brera . Il particolare della gamba che scende la scala è riferibile invece a Giuseppe d’Arimatea: sembra uno studio al tratto per mettere a punto la muscolatura che incide sulla rotula, finalizzato a rendere, in modo verosimile, lo sforzo di reggere il corpo di Cristo mentre viene fatto scendere dalla Croce. Alla stessa figura, per la quale sono conosciuti quattro disegni , viene dedicato il verso. (Francesco Vincenti 2013)