Progetto Euploos

Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi

Scheda Catalogo "11391 F r."

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Scheda aggiornata al 26-11-2024
Opera 11391 F r. RECTO
  • inv. 11391 F r.
  • Barocci Federico (1533-1535/ 1612)
  • Studio compositivo (per l''Annunciazione', Città del Vaticano, Pinacoteca dei Musei Vaticani)
  • Categoria: Figura
  • Datazione: sec. XVI
  • Tecnica e materia: pastelli policromi, pietra nera, gessetto bianco, pietra rossa su carta cerulea
  • Misure: 360 x 254 mm
  • Stemmi, emblemi, marchi: timbro a inchiostro di collezione: Reale Galleria degli Uffizi (Lugt 929) sul recto in basso a destra

Notizie storiche e critiche

L’inv. 11391 F è tra i pochi fogli di mano di Barocci chiaramente identificabili nel 'Catalogo dei disegni 1775-1793' (GDSU, ms. 102) stilato da Giuseppe Pelli Bencivenni, dove viene descritto al n. 131 del Volume dei Grandi XVII come “Un'Annunziata Schizzo a/ Pastelli Su Carta Turchi/na” . Purtroppo non è possibile stabilire con certezza se il nostro studio fosse presente nelle collezioni fiorentine già al tempo del Cardinal Leopoldo, in quanto nella 'Nota de’ libri' redatta da Filippo Baldinucci nel 1687 il volume, in cui risultava conservato, comprendeva centosettantaquattro disegni (elencati senza alcuna descrizione) e non centottanta, come segnalato da Pelli . Come individuato per la prima volta da August Schmarsow (1909), sia il recto che il verso del foglio sono collegabili all’‘Annunciazione’ (1582-1584) oggi alla Pinacoteca Vaticana e destinata in origine alla cappella dei Duchi di Urbino nella Basilica di Loreto . Sul recto troviamo uno splendido studio compositivo, l’unico certamente riconducibile al dipinto e il solo, in tutta la produzione grafica baroccesca a noi nota, a essere realizzato a pastello. Per quanto riguarda il “corpus” dei disegni preparatori, Anna Forlani Tempesti (in Senigallia et. al. 2004) ha giustamente espunto lo schizzo tracciato sul verso dell'inv. 11479 F, considerato da Andrea Emiliani e Giovanna Gaeta Bertelà un primo pensiero per la scena (si veda scheda relativa). Allo stesso tempo, appare convincente l'ipotesi di Nicholas Turner (2000, p. 147) di individuare nell’inv. 2013 del Museum of Fine Arts di Budapest un modello per l'incisione, realizzata negli stessi anni della pala. Corrette sono anche le motivazioni addotte da Babette Bohn (in Saint Louis/ London 2012-2013, p. 195 nota 18) nell'escludere l’inv. B. 10 (401) conservato al Musée des Beaux Arts di Orléans e pubblicato da Andrea Emiliani . La studiosa, notando poche ma significative differenze nell’impostazione scenica e segnalando uno stile non conforme a quello del maestro, è propensa ad attribuirlo a un seguace . Le medesime ragioni mi spingono a dubitare dell’autografia di altri due fogli, menzionati da Giovanna Gaeta Bertelà nel 1975: l’inv. 2570 (München, Staatliche Graphische Sammlung) e l’inv. KdZ 20455 (Berlin, Kupferstichkabinett) . Essi sono, a mio avviso, un’ulteriore testimonianza dell’enorme ammirazione di cui godette tra allievi e seguaci il dipinto, di cui ci rimangono innumerevoli copie e derivazioni . Come accennato sopra, la principale peculiarità che caratterizza il recto dell'inv. 11391 F è la tecnica, in quanto non si conoscono altri esempi in cui l'intera scena venga analizzata ricorrendo quasi esclusivamente al pastello . Nella maggior parte dei casi, infatti, tale “medium”, di cui Barocci coglie e sfrutta appieno le potenzialità, è utilizzato per l'analisi di singole figure o di dettagli . Per tale particolarità, gli studiosi si sono interrogati sul ruolo svolto dal foglio all'interno del processo creativo. Recentemente Babette Bohn ha supposto che esso, vista l’importanza della commissione, potesse fornire al committente “a some preliminary indication of his plans for the altarpiece” , specificando però che non si può parlare di un vero e proprio disegno di presentazione per il carattere incompleto della scena . In base alla proposte avanzate da Edmund Pillsbury (in Cleveland/ New Haven 1978) e da Anna Forlani Tempesti (in Senigallia et. al. 2004) il foglio è stato, invece, accostato alle tipologie dei cartoncini preparatori descritti da Giovan Pietro Bellori nella ‘Vita’ dell’artista . Per Pillsbury, l’inv. 11391 F recto potrebbe essere finalizzato allo studio delle relazioni cromatiche e sarebbe dunque assimilabile a quelli che il biografo definisce “cartocini per il colore”, la cui identificazione però appare, alla luce degli ultimi contributi critici, decisamente problematica . Secondo Anna Forlani Tempesti, che lo definisce “un’abbacinante intuizione luministica”, la funzione assolta sarebbe analoga a quella dei “bozzetti per i lumi” e il ricorso al pastello, che lo differenzia da questi ultimi generalmente eseguiti a olio o a guazzo su carta tinta, sarebbe riconducibile alla volontà di “sperimentare una tonalità più diffusa ed effetti chiaroscurali meno violenti” . In realtà, non mi pare che il disegno possa essere assimilato, proprio per la sinteticità e la resa sommaria dei dettagli, a un cartoncino. Significativa, in questo contesto, è l’indicazione fornita nel 1913 da Filippo Di Pietro che lo ha definito un’“impressione a pastello” . A mio avviso, siamo in un passaggio intermedio della progettazione, dove l’artista, stabilito l’impianto scenico, ricorre al pastello proprio per indagare l'intonazione generale e l'effetto atmosferico da conferire alla scena. Il “medium”, usato in modo estremamente libero , diviene “a vehicle for emotional expression” . Attraverso il colore, che dissolve il sottostante tracciato a pietra , Barocci crea un'atmosfera soffusa e una luce rarefatta che avvolgono delicatamente l'ambiente e i personaggi . Come accennato sopra, anche sul verso del foglio sono presenti degli studi riferibili all’‘Annunciazione’ vaticana; nello specifico l’artista verifica la corretta inclinazione del volto dell’Arcangelo Gabriele, reiterandolo per ben tre volte. Come sul recto Barocci ricorre al pastello, ma con finalità e modalità differenti, che possono essere considerate più usuali per l'artista; in questo caso, infatti, il colore serve ad accentuare la volumetria del particolare esaminato e a controllare in modo puntuale l’incidenza della luce. Al centro, il dettaglio anatomico viene analizzato anche in controparte, rispondendo alla necessità di osservare “angles of view that he did not select for the painting work or perhaps had already discarded at that moment, almost as if an overturned perspective of vision would help him better understand the volumetric figure as a solid entity in the space” . La soluzione ideata nel nostro disegno per l'angelo dell''Annunciazione' è stata riutilizzata da Barocci in altre tre occasioni: per la figura femminile con la cesta nella ‘Visitazione’ (Roma, chiesa di Santa Maria in Valicella, 1583-1586) , per la Santa Elisabetta nella ‘Madonna della Gatta’ (Firenze, Gallerie degli Uffizi, 1596-1600 ca.) e infine per la donna sulla sinistra nella ‘Presentazione della Vergine al tempio’ (Roma, chiesa di Santa Maria in Valicella, ante 1603) . L’inv. 11391 F verso rappresenta, dunque, un prototipo, cui Barocci ricorre per delineare una precisa tipologia figurativa e comunicativa. Tutti i personaggi sopra menzionati hanno, proprio come l'Arcangelo, la funzione di introdurre all’interno della scena il fedele e di suggerire, attraverso un processo di identificazione, l’atteggiamento di venerazione verso la Vergine. (Roberta Aliventi 2016)

Mostre

  • Firenze 1912-1913
    Ferri P. N./ Di Pietro F., Mostra dei cartoni e disegni di Federico Baroccio nel Gabinetto dei Disegni della R. Galleria degli Uffizi, catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 1912-1913, Bergamo 1913, p. 57 cornice 23 (scheda a cura di Ferri P. N./ di Pietro F.)
  • Firenze 1975
    Gaeta Bertelà G., Disegni di Federico Barocci, catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 1975, Firenze 1975, pp.10, 58-59 n. 53, fig. 61 (scheda a cura di Gaeta Bertelà G.)
  • Firenze 1981
    Laboratorio di restauro del Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, Restauro e conservazione delle opere d'arte su carta, catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 1981, Firenze 1981, p. 109 n. K (scheda a cura di Petrioli Tofani A.)
  • Senigallia et. al. 2004
    Dal Poggetto P., I Della Rovere: Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano, catalogo mostra Senigallia et. al., Senigallia, Palazzo del Duca/ Urbino, Palazzo Ducale/ Pesaro, Palazzo Ducale/ Urbania, Palazzo Ducale 2004, Milano 2004, pp. 482-483 n. XV.24, fig. XV.24 (scheda a cura di Forlani Tempesti A.)
  • Saint Louis/ London 2012-2013
    Mann J. W./ Bohn B./ Plazzotta C., Federico Barocci. Renaissance Master of Color and Line, catalogo mostra Saint Louis/ London, Saint Louis Art Museum/ London, National Gallery 2012-2013, Saint Louis/ New Haven 2012, pp. 185-186 sotto il n. 9, fig. 9.1 recto (scheda a cura di Bohn B.)
  • Urbino 2024
    Gallo L./ Ambrosini Massari A., Federico Barocci. L'emozione della pittura moderna, catalogo mostra Urbino, Palazzo Ducale 2024, Milano 2024, p. 239 n. V.5 (scheda a cura di Baroni L.)

Bibliografia

  • Pelli Bencivenni G. [1775 - 1793] (GDSU, ms. 102)
    Pelli Bencivenni G., Catalogo dei disegni, [1775 - 1793] (GDSU, ms. 102), v. I ("Baroccio Federigo") v. dei Grandi XVI n. 131
  • Schmarsow A. 1909
    Schmarsow A., Federico Barocci Zeichnungen, eine kritische Studie. Die Zeichnungen in der Sammlung der Uffizien zu Florenz, Leipzig, 1909, p. 15 sotto il n. XIV
  • Di Pietro F. 1913
    Di Pietro F., L'arte di Federico Barocci e la mostra dei suoi disegni agli Uffizi, in Brigata Urbinate degli Amici dei Monumenti, Studi e notizie su Federico Barocci, Firenze ,1913, p. 144
  • Di Pietro F. 1913
    Di Pietro F., Disegni sconosciuti e disegni finora non identificati di Federigo Barocci negli Uffizi, con 200 illustrazioni, 195 zincotipie intercalate nel testoe 5 facsimili in collotipia fuori testo, Firenze, 1913, p. 51
  • Olsen H. 1955
    Olsen H., Federico Barocci: a critical study in Italian Cinquecento painting, Stockholm, 1955, p. 139 sotto il n. 36
  • Olsen H. 1962
    Olsen H., Federico Barocci, Copenhagen, 1962, p. 178 sotto il n. 37, tav. 55 a
  • Bologna 1975
    Emiliani A./ Gaeta Bertelà G., Mostra di Federico Barocci (Urbino, 1535-1612), catalogo mostra Bologna, Museo Civico 1975, Bologna 1975, p. 142 sotto il n. 150 (scheda a cura di Emiliani A.)
  • Cleveland/ New Haven 1978
    Pillsbury E. P./ Richards L. S., The graphic art of Federico Barocci. Selected drawings and prints, catalogo mostra Cleveland/ New Haven, Cleveland Museum of Art/ New Haven, Yale University Art Gallery 1978, New Haven 1978, p. 42 sotto il n. 15 nota 2, p. 76 sotto il n. 52 (schede a cura di Pillsbury E. P.)
  • Emiliani A. 1985
    Emiliani A., Federico Barocci (Urbino 1535- 1612), Bologna, 1985, v. I p.202, fig. 426
  • Spoleto 1989
    Barroero L. , Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria, catalogo mostra Spoleto, Rocca Albornoziana/ Chiesa di San Nicolò 1989, Perugia 1989, p. 238 sotto il n. 66 (scheda a cura di Toscano B.)
  • McGrath T. H. 1994
    McGrath T. H., Disegno, colore and the disegno colorito. The use and significance of color in Italian renaissance drawings, , 1994, v. I pp. 186-187
  • Turner N. 2000
    Turner N., Federico Barocci, Paris, 2000, p. 91, fig. 78
  • Fischer C. 2001
    Fischer C., Central Italian drawings. Schools of Florence, Siena, the Marches and Umbria, Copenhagen, 2001, p. 252 sotto il n. 174 nota 14
  • Verstegen I. 2002
    Verstegen I., Federico Barocci: the art of painting and the rhetoric of persuasion, , 2002, Ph.D. Diss. Philadelphia Pa. Temple University 2002, pp. 115, 116, 119
  • Giusti G. 2003
    Giusti G., Nostalgia dipinta: il palazzo di Urbino negli occhi di Federico, in Natali A., Federico Barocci: il miracolo della Madonna della gatta, Milano ,2003, pp. 120, 121 nota 25, fig. 17
  • Emiliani A. 2008
    Emiliani A., Federico Barocci (Urbino, 1535-1612), Ancona, 2008, v. II p. 20 sotto il n. 42, p. 22 n. 42.2, fig. 42.2
  • Siena 2009-2010
    Giannotti A./ Pizzorusso C., Federico Barocci 1535-1612. L'incanto del colore. Una lezione per due secoli, catalogo mostra Siena, Santa Maria della Scala 2009-2010, Cinisello Balsamo (Milano) 2009, p. 286 sotto il n. 18 (scheda a cura di Ortenzi F.)
  • Gillgren P. 2011
    Gillgren P., Siting Federico Barocci and the Renaissance aesthetic, Farnham, 2011, p. 252 sotto il n. 22
  • Petrioli Tofani A. 2014
    Petrioli Tofani A., L'inventario settecentesco dei disegni degli Uffizi di Giuseppe Pelli Bencivenni. Trascrizione e commento, Firenze, 2014, v. I p. 50 n. 131
  • Aliventi R. 2015
    Aliventi R., Barocci sulle tracce di Raffaello: la molteplicità dei modelli, in Faietti M., Raffaello Parmigianino Barocci. Metafore dello sguardo, catalogo mostra Roma, Musei Capitolini 2015-2016, Roma 2015, p. 213
  • Faietti M. 2015
    Faietti M., Teoria del disegno e pratica del disegnare a Firenze nella prima età moderna, in Bandera S., Il primato del disegno. I disegni dei grandi maestri a confronto con i dipinti della Pinacoteca di Brera. Dai Primitivi a Modigliani, catalogo mostra Milano, Pinacoteca di Brera 2015, Milano 2015, p. 35, fig. 6
  • Faietti M. 2015
    Faietti M., Giorgio Vasari’s Life of Titian: Critical Misinterpretations and Preconceptions Concerning Venetian Drawing, in Whistler C. et al., Drawing in Venice. Titian to Canaletto, catalogo mostra Oxford, Ashmolean Museum 2015-2016, Oxford 2015, p. 45, fig. 28
  • Faietti M. 2015
    Faietti M., L’armoniosa coesistenza degli opposti, in Faietti M., Raffaello Parmigianino Barocci. Metafore dello sguardo, catalogo mostra Roma, Musei Capitolini 2015-2016, Roma 2015, p. 126, fig. 25
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