Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
Testimonianza decisiva per la conoscenza dell'attività di Primo Conti risultano essere le centinaia di fogli di quaderno e di taccuino tracciati dall'artista. Un esempio significativo è dato da nucleo di quarantasette disegni, già di proprietà di una delle figlie, Maria Novella Conti Del Signore, acquistato dalle Gallerie degli Uffizi nel 2005. Il nucleo comprende in larga misura ritratti caricaturali giovanili, fra cui alcuni datati e firmati. Tra quanti recano le indicazioni cronologiche il più antico risulta essere un foglio del 1913 ('Il sig. Maglioni'), quando Conti aveva solo 13 anni; mentre risale al 1938 quello più recente, con una caricatura di Enrico Pea. Escludendo le due caricature di Giovanni Papini e di Massimo Bontempelli, rispettivamente datate 1924 e 1928, la maggior parte dei fogli con indicazioni cronologiche si scala negli anni Dieci. Considerati nel loro insieme i fogli manifestano soprattutto le precedenti esperienze artistiche, in particolare quella Liberty richiamando alla memoria le parole pronunciate dallo stesso artista: "E nacquero allora, nei miei quaderni legati con l'incerato nero, quei disegnini tra il Liberty e il Futurismo che avevo iniziato a fare dopo la mostra di Boccioni" . Il pittore livornese Plinio Nomellini (1866-1943) rappresenta una delle figure importanti per la gioventù dell'artista. Il primo incontro fra i due risale al 1914, durante una villeggiatura a Viareggio. Qui il più anziano collega lo invita a dipingere nel proprio podere insieme al figlio Victor, che diventerà amico fraterno di Conti. Nei decenni successivi Conti frequenterà spesso la dimora di Nomellini, ricordata come “una casa bianchissima ad un solo piano che aveva qualcosa d’orientale” . È lì che conosce, seppur fugacemente, molti illustri personaggi come Eleonora Duse, Alberto Magnelli, Grazia Deledda e Giacomo Puccini. Nel disegno Nomellini è colto nell’atto di fumare la pipa; il labbro inferiore sporgente, segno distintivo della sua fisionomia, è evidente in altri ritratti del pittore, come quello eseguito da Anselmo Bucci (Galleria del Laocoonte, 1928). Il tratto di Conti risulta molto rigido, le ombreggiature sono assenti o appena accennate da piccoli tratti incidenti la linea principale, che le fanno sembrare piccole cicatrici sul volto del pittore; esse sono identiche a quelle usate nei ritratti di Giovanni Papini (inv. 123052) e Edoardo Gordigiani (inv. 123066), datati 1916 e cronologicamente vicini a quello in esame. Nel disegno, il modo di marcare i tratti, ripassati più volte con il pennino, è simile a quello del Cavallo in corsa (inv. 107557), segno del legame ancora forte del pittore con il Futurismo, mentre la grafia usata per le lettere evoca il gusto decorativo Liberty. Nomellini, artista poliedrico e versatile, passa con facilità da una pittura di chiara matrice macchiaiola al divisionismo, fino a giungere all’inizio del Novecento a un approdo simbolista, evidente nelle illustrazioni che l’artista pubblica su riviste come “La Riviera Ligure”. Forse è proprio da quest’ultimo esito artistico che Conti attinge per la realizzazione del ritratto, caratterizzato da un gusto decorativo e da un segno sintetico, elementi fondanti del Simbolismo. (Pierluca Nardoni, 2016; Stefania Pasini, dicembre 2023; redazione di L. Da Rin Bettina, ottobre 2024)