Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
Elisa Acanfora (2017) ha recentemente attribuito questo disegno – dalla fine del Seicento impropriamente assegnato ad Agostino Carracci nella collezione degli Uffizi (Baldinucci 1687, ASFi, Guard. Med. 779) – a Sigismondo Coccapani, artista fiorentino del Seicento dotato di cultura poliedrica, la cui figura di pittore, collezionista e trattatista è stata faticosamente ricostruita dalla critica negli ultimi decenni. Tale riferimento attributivo può essere recepito, seppure con riserva in attesa di approfondimenti, dal momento che si fonda su elementi indiziari di sicura rilevanza scientifica, a cominciare dalla presenza nella parte inferiore del foglio del timbro a secco usualmente apposto dallo stesso Coccapani sui disegni della propria collezione, composta da prove grafiche di maestri contemporanei e del passato, ma anche da creazioni su carta di sua mano. Inoltre, uno studio a penna e acquerello al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, varie volte in passato ricondotto alla figura di Coccapani (inv. 988 F, Acanfora 2017, pp. 16, 36, p. 184, n. D41), offre uno stringente confronto per la posa della Maddalena (M. Vaccaro, nota ms. sul montaggio, 2015; per un diverso confronto Acanfora 2017, p. 187, n. D51). Questo foglio, raffigurante la ‘Deposizione di Cristo nel sepolcro’ e il cui verso reca una lunga iscrizione concordemente riferita alla mano del pittore, presenta modalità nell’uso dell’inchiostro diluito, qui associato all’acquerello, affini a quelle che si ravvisano in studi certi dell’artista, come l’inv. 8896 F, sempre agli Uffizi (Acanfora 2017, p. 190, n. D62), preparatorio per il dipinto con l’‘Erminia tra i pastori’, recante la sigla del pittore e conservato in collezione privata (Acanfora 2017, pp. 134-136, n. 15). Tali caratteristiche divergono da quelle delle prove grafiche nella stessa tecnica di Ludovico Cardi detto il Cigoli, in quanto quest’ultimo si serve solitamente di stesure di inchiostro meno dense e dai contorni più netti. D’altra parte nel corpus grafico di Coccapani, cresciuto intorno a un esiguo nucleo di fogli tradizionalmente ascritti all’artista soprattutto grazie ad attribuzioni stilistiche, non si sono rintracciati confronti pienamente soddisfacenti tra i disegni a pietra rossa di certa autografia, forse a causa della particolare cronologia della Maddalena degli Uffizi, visto che la sua relazione con la ‘Deposizione di Cristo nel sepolcro’ menzionata in precedenza porterebbe a collocarla nella fase giovanile dell’artista, ma anche in considerazione della sua specifica funzione, legata allo studio dell’incidenza della luce, come si evince dal trattamento estremamente morbido del medium grafico che crea passaggi graduali tra luce e ombra. Si deve comunque segnalare che alcuni utili riscontri, seppure non decisivi, sono offerti dagli esempi portati da Acanfora, come gli invv. 9285 F, 8921 F e 8922 F del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi e l’inv. 1068 del département des Arts graphique del Louvre, tradizionalmente riferito a Sigismondo in virtù dell’iscrizione antica in alto a sinistra “Kokopanni / maestro in Fiorentia” (Acanfora 2017, pp. 193-194, n. D76, pp.191-192, nn. D67, D68, p. 208, n. D128). (R. Sassi, in Forlì 2022)