autore ignoto ottocentesco: "Columber", a penna sul recto in basso a sinistra
Notizie storiche e critiche
Jacopo Ligozzi, documentato a Firenze dal 1577 ma forse giunto nella città medicea già nel 1575 , in poco più di dieci anni realizzò per volere del Granduca Francesco I un vasto corpus di tavole che ritraevano dal vivo specie animali e vegetali provenienti da ogni parte del mondo. Tali illustrazioni rispecchiano le inclinazioni del Principe, in perfetta sintonia con il clima culturale dell’epoca caratterizzato dal fiorire di interessi naturalistici che apriranno la strada alla rivoluzione scientifica del XVII secolo. Francesco coltivò un fecondo scambio con l’erudito bolognese Ulisse Aldrovandi, testimoniato da un’intensa corrispondenza e suggellato da reciproci doni di esemplari rari di flora e fauna. Nel 1577, anno del suo primo viaggio a Firenze, Aldrovandi ricevette dal Granduca due vipere africane, identificate con i modelli dell'inv. 1973 O. In esso Ligozzi raffigura, nella parte superiore del foglio, due cerasti cornuti con le spire intrecciate, mentre in quella inferiore ritrae una vipera di Avicenna. L’imitazione meticolosa delle squame e l’attenta riproduzione della tridimensionalità dei corpi dei serpenti dipinti sono fedeli a quelli reali, anche se vi sono alcune imprecisioni anatomiche, come le lingue triforcute o “a ciuffo” e gli aculei al termine delle code. Inoltre, le eleganti movenze dei due cerasti ricordano un raffinato nodo calligrafico (Gallori/ Wolf 2015). L’artista rielaborò in maniera originale il foglio fiorentino in una tavola oggi alla Biblioteca Universitaria di Bologna , al fine di esaudire una richiesta avanzata da Aldrovandi. Il naturalista aveva infatti domandato a Francesco I un’immagine delle vipere per la sua raccolta enciclopedica di specie zoologiche e botaniche, poiché i rettili in suo possesso erano morti prima che il suo pittore potesse ritrarli. Numerose furono le riproduzioni di opere autografe di Ligozzi destinate al bolognese, realizzate nella maggior parte dei casi dal cugino Francesco di Mercurio. Nel 1591 il Granduca Ferdinando, successore dal 1587 di Francesco, gli inviò sette tavole, tra cui la copia dell’Erythrina corallodendrum (inv. 1918 O) . Jacopo rappresenta le piante non solo nella loro fase più rigogliosa, come avviene nell’Erythrina, ma ne descrive anche le imperfezioni: è il caso dell’Orchis bifolia (inv. 1920 O), che mostra segni di deperimento. Vi è dunque la volontà di registrare i diversi stadi del ciclo evolutivo di ogni singolo esemplare. Tramite un processo che va dal generale – la specie – al particolare – il modello raffigurato –, l’artista realizza dei veri e propri ritratti di piante e animali, superando la mera illustrazione scientifica. Egli estende il genere del ritratto dalle persone alle “cose di natura”, giungendo a conferire a queste ultime la stessa dignità delle effigi degli esseri umani (Faietti 2014, pp. 42, 44). L’eccezionale mimesi ottenuta da Ligozzi è frutto di un virtuosismo tecnico messo in luce dalle indagini diagnostiche condotte su alcune tavole agli Uffizi . Al disegno preliminare realizzato con una sottile linea a pietra nera (verosimilmente ripassata a penna) seguiva un’imprimitura della carta, per ottenere una superficie liscia e non assorbente che consentisse di evitare sbavature . Il colore veniva poi steso per velature successive, dalle campiture più ampie fino ai particolari più microscopici; uno strato di vernice consentiva infine di ottenere una forte lucentezza. La resa lenticolare dei dettagli e la ricerca cromatica affondano le radici nella consuetudine con la miniatura e nella conoscenza da parte di Jacopo dell’arte nordica, in particolare dei disegni policromi di Albrecht Dürer. Del resto il ruolo essenziale del colore nella pittura era stato sottolineato, negli 'Avvertimenti' al Paleotti , anche da Aldrovandi per il quale l’illustrazione naturalistica, grazie alla sua verosimiglianza ottenuta soprattutto con la cromia, esprime la presenza di Dio nel mondo fenomenologico. Il pensiero del bolognese sembra trovare un’eco nelle tavole di Ligozzi, che nella loro aderenza al vero rivelano l’afflato divino delle cose del creato e rappresentano una “straordinaria sintesi tra arte e scienza, natura e religione” (Faietti 2014, p. 42). (Roberta Aliventi, Laura Da Rin Bettina 2018)
Mostre
Firenze 1961 Bacci M./ Forlani A., Mostra di disegni di Jacopo Ligozzi (1547-1626), catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 1961, Firenze 1961, p. 25 n. 1, fig. 1 (scheda a cura di Forlani A.)
Venezia/ Verona 1971 Mullaly T., Disegni veronesi del Cinquecento, catalogo mostra Venezia/ Verona, Venezia, Fondazione Giorgio Cini/ Verona, Museo Civico 1971, Vicenza 1971, p. 83 n. 105, tav. 105 (scheda a cura di Mullaly T.)
Firenze 1980 Barocchi P./ Adelson C., Palazzo Vecchio: committenza e collezionismo medicei, catalogo mostra Firenze, Palazzo Vecchio 1980, Milano 1980, p. 295 n. 594, fig. 594 (scheda a cura di Bacci M.)
Firenze 1986-1987 Guidi G./ Marcucci D., Il Seicento fiorentino. Arte a Firenze da Ferdinando I a Cosimo III. Disegno-Incisione-Scultura-Arti Minori, catalogo mostra Firenze, Palazzo Strozzi 1986-1987, Firenze 1986, p. 73 n. 2.9, tav. I (scheda a cura di Bacci M.)
Firenze 2002 Chiarini M./ Darr A. P./ Giannini C., L'ombra del genio: Michelangelo e l'arte a Firenze 1537 - 1631, catalogo mostra Firenze, Firenze, Palazzo Strozzi 2002, Milano 2002, p. 315 n. 180, fig. 180 (scheda a cura di Conigliello L.)
Pisa 2009 Tongiorgi Tomasi L./ Tosi A., Il cannocchiale e il pennello. Nuova scienza e nuova arte nell'età di Galileo, catalogo mostra Pisa, Palazzo Blu 2009, Firenze 2009, p. 341 n. 38, ripr. a p. 112 (scheda a cura di Barboni V.)
Firenze 2014 Cecchi A./ Conigliello L./ Faietti M., Jacopo Ligozzi "pittore universalissimo", catalogo mostra Firenze, Palazzo Pitti - Galleria Palatina 2014, Livorno 2014, p. 86 n. 29, ripr. a p. 89 (scheda a cura di Casoli C.)
Forlì 2018 Paolucci A./ Bacchi A./ Benati D./ Refice P./ Tramonti U., L'Eterno e il Tempo: tra Michelangelo e Caravaggio, catalogo mostra Forlì, Musei San Domenico 2018, Cinisello Balsamo 2018, pp. 418-419 n. 153, fig. 153 (scheda a cura di Aliventi R./ Da Rin Bettina L.)
Bibliografia
Brocchi G. B. 1818 Brocchi G. B., Lettera inedita di Andrea Cesalpino, e notizie intorno al suo erbario chesi conserva in Firenze in casa Nencini, col ragguaglio di alcune Opere inedite del Micheli e del Targioni, e di un Codice miniato di storia naturale che è nella Galleria di Firenze. Lettera del Sig. Brocchi al Sig. Moretti, professore di Agraria nell’Università di Pavia. Biblioteca Italiana (Firenze), in Biblioteca italiana ossia giornale di letteratura, scienze e arti, X, 1818, p. 210
Giglioli O. H. 1923-1924 Giglioli O. H., Jacopo Ligozzi disegnatore e pittore di piante e animali, in Dedalo, , 1923-1924, p. 556
Bacci M. 1961 Bacci M., Introduzione, in Bacci M./ Forlani A., Mostra di disegni di Jacopo Ligozzi (1547-1626), catalogo mostra Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi 1961, Firenze 1961, p. 16
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Bacci M. 1986 Bacci M., Laudibili imitazioni, in Kos, 19, 1986, p. 47
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Tongiorgi Tomasi L. 1993 Tongiorgi Tomasi L., Jacopo Ligozzi pittore naturalistico e i suoi ‘ritratti’ di piante, in Tongiorgi Tomasi L., I ritratti di piante di Iacopo Ligozzi, Ospedaletto, Pisa ,1993, pp. 20, 30
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Varriano J. 2004 Varriano J., Snake eyes: Caravaggio, Ligozzi, and the Head of Medusa, in Source, XXIV, 1, 2004, p. 14, fig. 2
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De Luca M. E. 2014 De Luca M. E., I disegni di Jacopo Ligozzi al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, in Cecchi A./ Conigliello L./ Faietti M., Jacopo Ligozzi "pittore universalissimo", catalogo mostra Firenze, Palazzo Pitti - Galleria Palatina 2014, Livorno 2014, pp. 297, 302
Faietti M. 2014 Faietti M., Dentro alle "cose di natura". Lo sguardo di Jacopo Ligozzi, in Cecchi A./ Conigliello L./ Faietti M., Jacopo Ligozzi "pittore universalissimo", catalogo mostra Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina 2014, Livorno 2014, p. 39
Faietti M./ Nova A./ Wolf G. 2015 Faietti M./ Nova A./ Wolf G., Introduzione, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, LVII, 2, 2015, pp. 150-151, fig. 6
Gallori C. T./ Wolf G. 2015 Gallori C. T./ Wolf G., Tre serpi, tre vedove e alcune piante. I disegni 'inimitabili' di Jacopo Ligozzi e le loro copie o traduzioni tra i progetti di Ulisse Aldrovandi ele pietre dure, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, LVII, 2, 2015, pp. 216-220, fig. 1
Groom A. 2015 Groom A., Early modern natural science as an agent for change in naturalist painting: Jacopo Ligozzi’s zoological illustrations as a case study, in Beck D., Knowing Nature in Early Modern Europe, London ,2015, pp. 141, 217 nota 8, fig. 8.1
Faietti M. 2022 Faietti M., Granchio d'artista. Una nuova creaturina marina di Jacopo Ligozzi, in Melli L./ Padovani S./ Prosperi Valenti Rodinò S., "Aver disegno". Studi per Anna Forlani Tempesti, Firenze ,2022, p. 156, fig. 3
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