Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
Il foglio è stato identificato, per la corrispondenza del soggetto, con il "San Antonio Abate mezza fi/gura Simile su carta rossiccia, Schizzo" acquisito nel 1778 dalle raccolte di Casa Gaddi (Pelli Bencivenni 1784, BU, ms. 463/3.3; Petrioli Tofani 2014). Nell'inventario settecentesco di Pelli Bencivenni non vi è menzione dell'autore, mentre alla fine dell'Ottocento Pasquale Nerino Ferri inventariò il disegno sotto il nome di Jacone (scheda storica; Ferri 1895-1901, GDSU, coll. n. 72). L'opera non presenta tuttavia caratteri formali e stilistici affini ai modi di Jacone, ed è stata espunta dal corpus dell'artista fiorentino da Ugo Procacci (1979 (1980)). Marzia Faietti l'ha ipoteticamente riferita a un artista emiliano, inquadrandola nel contesto del classicismo di stampo raffaellesco (nota manoscritta sulla fotografia conservata nella fototeca del GDSU, 2006). Poiché non è possibile, al momento, avanzare una convincente proposta alternativa, nel marzo 2022 l'inv. 343 F r.-v. è stato riclassificato da "Jacopo di Giovanni di Francesco detto Jacone" a "Jacopo di Giovanni di Francesco detto Jacone, attribuzione tradizionale". In questo modo si mantiene il riferimento attributivo ottocentesco, anche se il foglio viene escluso dal gruppo degli autografi: infatti il riferimento all’artista, per quanto ormai non più accettabile da un punto di vista critico, è portatore di un’informazione carica di significato storico.