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Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi

Scheda Catalogo "525 E"

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Scheda aggiornata al 30-07-2024
Opera 525 E
  • inv. 525 E
  • Sanzio Raffaello (1483/ 1520)
  • Il cosiddetto Morbetto o La peste Frigia
  • Categoria: Esposti
  • Datazione: sec. XVI
  • Tecnica e materia: penna e inchiostro, pennello e inchiostro diluito, biacca (carbonato basico di piombo), tracce di pietra nera su carta
  • Misure: 200 x 249 mm
  • Stemmi, emblemi, marchi: timbro a inchiostro dei collezione: Reale Galleria degli Uffizi (Lugt 930) sul recto in basso a sinistra

Notizie storiche e critiche

La composizione è ispirata al libro terzo dell’Eneide, nel quale Enea racconta a Didone che l’oracolo di Apollo aveva suggerito a lui e agli altri troiani in fuga attraverso il Mediterraneo di cercare la terra da cui proveniva la loro stirpe, misteriosamente definita “antica madre”. Credendo si riferisse a Creta, essi decisero di stabilirvisi (Eneide, III, vv. 73-123). Tuttavia, e questo è il passo che precisamente si rappresenta nel disegno in esame, una volta giunti sull’isola, si abbatté su di loro una terribile pestilenza, che inaridiva anche le piantagioni. Una notte, poi, quando l’eroe dormiva, gli apparvero in sogno i Penati di Troia, rivelandogli che non era quello il luogo dove i troiani dovevano fermarsi. Essi avrebbero dovuto riprendere il viaggio verso l’Esperia, perché là si trovava la nuova patria a loro destinata dal Fato (Eneide, III, vv. 135-171). Il soggetto coincide con quello della stampa tradizionalmente nota come il ‘Morbetto’ o ‘Peste frigia’, ‘Piccola peste pergamena’, ‘Peste cretese’ (B. XIV, 314, 417). La corrispondenza di tutti i dettagli della scena e le misure quasi identiche lasciano ritenere che il disegno sia il modello dell’incisione di Marcantonio Raimondi. Tuttavia, la sua attribuzione a Raffaello è stata per molto tempo messa in dubbio a partire dalla fine dell’Ottocento, quando il grande conoscitore Giovanni Morelli (1890) propose il nome di Perino del Vaga. Si è pensato che il foglio degli Uffizi potesse essere una copia in controparte dalla stampa o da un disegno . Certamente, questa valutazione negativa è stata favorita dalle precarie condizioni conservative, che soprattutto nelle zone dove più abbondanti sono le stesure di inchiostro diluito rendono difficoltoso un giudizio sereno dal punto di vista qualitativo. A ben vedere, però, dove lo studio si è meglio conservato, si notano caratteristiche stilistiche pienamente compatibili con la paternità raffaellesca, che, peraltro, è certamente attestata dalla tradizione inventariale precedente a Morelli, a sua volta fondata, come vedremo tra poco, su una storia assai più antica e, pertanto, degna della massima considerazione . Il disegno in esame, infatti, compare con l’attribuzione a Raffaello nell’inventario del 1849 di Antonio Ramirez di Montalvo (GDSU, ms. 143), l’allora Direttore della Galleria degli Uffizi, il quale lo aveva acquistato dai figli ed eredi di Raffaello Morghen nel 1833; è lecito, inoltre, ritenere che alla fine del Settecento esso si trovasse a Roma nella collezione Albani, come risulta da un inventario dei beni di questa famiglia risalente al 1790, dove è puntualmente descritto uno studio di Raffaello raffigurante la ‘Peste frigia’, analogo per tecnica e misure (Prosperi Valenti Rodinò 1993). Se si accetta tale ipotesi, che, del resto, negli studi recenti non è stata finora mai confutata, si deve ammettere che l’attribuzione a Raffaello del ‘Morbetto’ oggi agli Uffizi è probabilmente il portato di una lunga tradizione storica. Infatti il disegno descritto nell’inventario della collezione Albani del 1790, di cui si è detto, si può identificare con quello visto nel 1703 sempre a Roma da don Vincente Victoria presso il papa Clemente XI Albani e, in base alla stessa fonte, appartenuto in precedenza a Cristina di Svezia, quindi già considerato una preziosa testimonianza dell’opera del “divino” Raffaello nel secolo precedente . Negli studi è stato più volte rilevato che lo sviluppo narrativo del foglio fiorentino del ‘Morbetto’ rispecchia più fedelmente rispetto alla stampa, che è in controparte, la consequenzialità degli eventi narrati nel testo virgiliano (Carolyn H. Wood, in Lawrence (KA)/ Chapel Hill (CAR)/ Wellesley (MASS) 1981-1982). Infatti, considerato che l’occhio inizia a leggere da sinistra, nel disegno, come nel poema latino, esso incontra innanzitutto la scena ambientata all’aperto e in pieno giorno, in cui sono visivamente descritti gli effetti della pestilenza con i cadaveri di esseri umani e animali, mentre dall’altra parte, separato da un’erma posta al centro, in un interno avvolto dall’oscurità notturna, è raffigurato Enea addormentato che riceve in sogno la visita dei Penati. Nella versione incisa l’apparizione delle divinità sembra precedere, invece, il dilagare della pestilenza, dato che la distinzione tra giorno e notte suggerisce l’idea di una sequenza temporale. In considerazione di ciò si è supposto che Raimondi fosse soprattutto interessato a tradurre sulla lastra i raffinati effetti chiaroscurali del modello e che, pertanto, non ne abbia realizzata una copia rovesciata, che avrebbe consentito di mantenere nella stampa la corretta successione degli eventi. Egli, quindi, si sarebbe servito direttamente del disegno fornitogli da Raffaello, danneggiandolo irreparabilmente . Secondo questa teoria le precarie condizioni di conservazione attuali del foglio sarebbero, quindi, una conseguenza del suo utilizzo nel processo di trasferimento sulla lastra. A tal proposito si deve osservare, però, che il degrado materiale riscontrabile nel disegno è stato sicuramente in buona parte provocato dalla sua esposizione prolungata alla luce già in antico, quando presumibilmente era appeso a parete, come lascia ritenere la presenza di una “Cornice nera e due giri di intagli dorati con vetro avanti”, registrata nell’inventario di casa Albani di fine Settecento (‘Il cardinale Alessandro Albani e la sua villa. Documenti’, a cura di Michela di Macco et alii, Roma 1980, p. 62). Recentemente Edward H. Wouk (2016, p. 59) ha rilanciato l’idea che Raffaello potrebbe avere volutamente ricercato un rovesciamento del disegno nella stampa in modo che la scena del sogno di Enea con i Penati risultasse alla sinistra, assegnandogli quindi il ruolo di fulcro di tutta la composizione. Secondo Wouk tale scelta potrebbe essere stata in parte favorita dalla tradizione figurativa precedente, testimoniata in primo luogo dall’illustrazione dello stesso episodio dell’‘Eneide’ contenuto nell’edizione del poema virgiliano a cura di Sebastian Brandt, pubblicata a Strasburgo nel 1502, dove si ritrova la stessa disposizione nello spazio figurato con il sogno di Enea alla sinistra . Lo studioso, inoltre, nell'ambito dello stesso saggio interpreta l’annuncio dei Penati e la decadenza causata dal morbo, simboleggiata tra l’altro da frammenti di colonne antiche giacenti a terra, come un'esortazione a realizzare una piena ‘renovatio’ della grandezza passata di Roma. In questo senso, la fine resa dei passaggi chiaroscurali dall’oscurità notturna alla luce del giorno sarebbe funzionale a suggerire allo spettatore l’idea di un nuovo inizio, che tuttavia non si è ancora realizzato. Questi temi potrebbero richiamare alcuni dei contenuti della lettera a Leone X, scritta da Raffaello con l’aiuto di Baldassarre Castiglione, in cui si trova una perorazione in favore della conservazione delle rovine classiche emergenti dal sottosuolo, anche se un collegamento stretto è in parte ostacolato dalle incertezze sulla cronologia, che per il disegno prevede una datazione intorno al 1512-1513 circa, in virtù delle affinità stilistiche con lo studio preparatorio per l’affresco con la ‘Liberazione di san Pietro’ sulle pareti laterali della Stanza di Eliodoro (GDSU, inv. 536 E, Oberhuber K./ Ferino Pagden S./ Huber E. W. 1983, p. 623, n. 448 link ), mentre per la stampa accetta un range più ampio, compreso tra il 1512 e il 1516, termine ante quem . Si deve tenere conto, inoltre, che a queste date in Raffaello emerge un sempre crescente interesse per l’antico, riguardante in particolar modo le testimonianze archeologiche della classicità, che egli intendeva studiare e documentare . Non a caso nel ‘Morbetto’ si possono individuare precisi rimandi a testi figurativi antichi finalizzati a creare un’immagine perfettamente confacente al tipo di soggetto, tra i quali si deve ricordare, innanzitutto, il ‘Virgilio Vaticano’, manoscritto miniato tardo antico da cui Raffaello potrebbe avere tratto ispirazione soprattutto per quanto riguarda la scena del sogno di Enea e che sembra in questo periodo fosse nelle mani di Pietro Bembo. Tra i possibili richiami archeologici, inoltre, si può menzionare quello all’’Amazzone’ del gruppo del piccolo donario pergameno, all’epoca da poco venuto alla luce a Roma, nella madre esanime in primo piano con il figlio, che sarebbe, dunque, la prima testimonianza di questa famosa scultura antica in un’opera d’arte moderna . Si consideri, poi, che lo scorcio paesaggistico alla sinistra nel disegno è sicuramente in relazione con uno studio di paesaggio con rovine antiche oggi a Windsor Castle (inv. 0117, Oberhuber K./ Ferino Pagden S./ Huber E. W. 1983, p. 624, n. 450), eseguito da Raffaello probabilmente traendo spunto da una veduta reale dei fori romani, anche se non è possibile individuare alcun elemento riconducibile in particolare a uno di essi. Non si direbbe che tale composizione, in virtù della tecnica esecutiva e delle sue caratteristiche formali, sia stata realizzata con il preciso intento di preparare la stampa del ‘Morbetto’, rispetto alla quale è anch’essa in controparte, ma sembra, piuttosto, che costituisca una creazione autonoma, rielaborata poi nel foglio degli Uffizi con alcune modifiche. Quel che è certo è che a Windsor si trova un altro schizzo di Raffaello (inv. 12735 verso; Oberhuber K./ Ferino Pagden S./ Huber E. W. 1983, p. 626, n. 480), meno elaborato del precedente nella tecnica e finalizzato a fissare rapidamente un’idea, raffigurante mucche stese a terra, che richiamano nel realismo della rappresentazione le scene di animali morti del ‘Morbetto’, come il cadavere di un cavallo abbandonato sulla strada che sale verso le case sullo sfondo. In conclusione, si può aggiungere che l’attenzione con cui Raffaello ha isolato le emozioni dei vari personaggi mediante la resa delle diverse attitudini e la loro studiata disposizione spaziale, in modo da guidare lo spettatore verso la comprensione del contenuto, oltre a costituire una puntuale applicazione delle raccomandazioni di Leon Battista Alberti contenute nel ‘De pictura’ (1435), nasce anche dall’intento dell’artista di realizzare un tipo di eloquenza per immagini improntata su precisi modelli letterari, in accordo con le teorie estetiche dei circoli umanistici legati a Leone X. Sappiamo, infatti, che Raffaello, innanzitutto, ammirava lo stile di Francesco Petrarca, a quest’epoca considerato supremo esempio di ‘grazia’ e certamente noto all’artista, dato che si era cimentato in componimenti poetici petrarcheschi; ma è probabile che in questo caso egli intendesse in qualche misura dialogare a distanza proprio con Virgilio, autore da lui più volte evocato nel contesto della Roma leonina, da cui aveva desunto il soggetto del ‘Morbetto’ e con il quale aveva necessariamente dovuto confrontarsi per riuscire a mediare il racconto poetico dell’‘Eneide’. Del resto, qualche anno più tardi Ludovico Dolce nel ‘Dialogo della pittura’ (1557) stabiliva un parallelismo tra la ‘facilitas’ dell’Urbinate e lo stile di Virgilio e Cicerone tra gli autori antichi e quello di Ariosto e dello stesso Petrarca tra i moderni . Si segnala, infine, che presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi si conserva una copia parziale antica della stampa del ‘Morbetto’ (GDSU inv. 1348 F, cfr. Ferino Pagden in Firenze 1984 link ). (Raimondo Sassi, settembre 2023)

Mostre

  • Firenze 1984
    Comitato nazionale per le celebrazioni del quinto centenario della nascita di Raffaello, Raffaello a Firenze. Dipinti e disegni delle collezioni fiorentine, catalogo mostra Firenze, Palazzo Pitti 1984, Milano 1984, pp. 308-310, n. 16, fig. 42 (scheda a cura di Ferino Pagden S.)
  • Firenze 2023
    Faietti M./ Schmidt E. D./ Targia G./ Wolf G., Camere con vista. Aby Warburg, Firenze e il laboratorio delle immagini, catalogo mostra Firenze, Gallerie degli Uffizi 2023, Firenze 2023, p. 343 n. 33, ripr. p. 154 (scheda a cura di R. Sassi)

Bibliografia

  • Passavant J. D. 1839
    Passavant J. D., Rafael von Urbino und sein Vater Giovanni Santi, Leipzig , 1839, v. II p. 487 n. 138
  • Ramirez di Montalvo A. 1849 (GDSU, Coll. n. 43)
    Ramirez di Montalvo A., Catalogo dei disegni scelti della R. Galleria di Firenze, 1849 (GDSU, Coll. n. 43), cassetta II n. 34
  • Passavant J.D. 1860
    Passavant J.D., Raphael d'Urbin e son père Giovanni Santi, , bibliografia specifica 1860, v. II p. 422 n. 136
  • Lagrange L. 1862
    Lagrange L., Catalogue des Dessins des Maitres exposés dans la Galerie des Uffizi, à Florence, in Gazette des Beaux-Arts, XII, 1862, n. 410
  • Ruland C. 1876
    Ruland C., The works of Raphael Santi da Urbino as represented in the Raphael collection in the Royal Library at Windsor Castle formed by H. R. H. the Prince Consort, 1853-1861 and completed by Her Majesty Queen Victoria, , bibliografia specifica 1876, v. III p. 162 n. 4
  • Ferri P. N. 1881
    Ferri P. N., Catalogo dei disegni esposti al pubblico nel corridoio del Ponte Vecchio nella R. Galleria degli Uffizi con l'indice dei nomi degli Artefici, Firenze, 1881, p. 32
  • Ferri P. N. 1890
    Ferri P. N., Catalogo riassuntivo della Raccolta di disegni antichi e moderni posseduta dalla R. Galleria degli Uffizi compilato ora per la prima volta dal conservatore Pasquale Nerino Ferri, Roma, 1890, p. 202
  • Morelli G. 1890
    Morelli G., Kunstkritische Studien über italienische Malerei. Die Galerien Borghese und Doria Panfili in Rom. von Ivan Lermolieff , Leipzig, 1890, p. 186
  • Morelli G./ Habich E. 1892-1893
    Morelli G./ Habich E., Handzeichnungen italienischer Meister in photographischen Aufnahmen von Braun u. Co in Dornach, kritisch gesichtet von Giovanni Morelli (Lermolieff) mitgeteilt von E. Habich. Zeichnungen in den Uffizien (11. Fortsetzung), in Kunstchronik, IV, 10, 1892-1893, p. 159 n. 484
  • Ferri P. N. 1895-1901 (GDSU, ms. coll. n. 72)
    Ferri P. N., Catalogo dei disegni cartoni e bozzetti esposti al pubblico nella R. Galleria degli Uffizi ed in altri Musei di Firenze compilato da Pasquale Nerino Ferri ispettore preposto al Gabinetto dei disegni e delle stampe nella detta Galleria, 1895-1901 (GDSU, ms. coll. n. 72), c. 71 v. cornice 265 n. 525
  • Fischel O. 1898
    Fischel O., Raphaels Zeichnungen. Versuch einer Kritik der bisher Veröffentlichten Blätter, Strassburg, 1898, p. 195 n. 519
  • Hirth H. 1898
    Hirth H., Marcanton und sein Stil, München, 1898, pp. 31-32
  • Frizzoni G. 1914
    Frizzoni G., I disegni della R. Galleria degli Uffizi, 1912-1921. Disegni di Raffaello. Serie III fasc. II, Firenze, 1914, serie III fasc. 2 n. 18
  • Giglioli O. H. 1936
    Giglioli O. H., Della provenienza di alcuni disegni del Gabinetto degli Uffizi, in Rivista d'arte, XVIII, 2, 1936, pp. 311-316
  • Davidson B. F. 1954
    Davidson B. F., Marcantonio Raimondi. The engravings of his roman period, Cambridge (Mass.), 1954, Harvard University Ph. D. 1954, pp. 197-199
  • Oberhuber K. 1962
    Oberhuber K., Die Fresken der Stanza dell'Incendio im Werk Raffaels, in Jahrbuch der Kunsthistorischen Ammlungen in Wien, XXII, 1962, p. 34 nota 55
  • Petrucci A. 1964
    Petrucci A., Panorama della incisione italiana. Il Cinquecento, Roma, 1964, p. 27
  • Oberhuber K. 1966
    Oberhuber K., Renaissance in Italien, XVI Jahrhundert (Die Kunst der Graphik, III, Werke aus dem Besitz der Albertina), , bibliografia specifica 1966, p. 97 n. 135
  • Oberhuber K. 1972
    Oberhuber K., Raphaels Zeichnungen. IX, Berlin, 1972, p. 24 nota 64, fig. 9
  • Shearman J. K. G. 1972
    Shearman J. K. G., Raphael's cartoons in the Collection of Her Majesty the Queen and the tapestries for the Sistine Chapel, London, 1972, p. 109 nota 68
  • Ravelli L. 1978
    Ravelli L., Polidoro Caldara da Caravaggio. I. Disegni di Polidoro. II. Copie da Polidoro, Bergamo, 1978, pp. 95-96 n. 4
  • Lawrence, Can. 1981-1982/ Chapel Hill, NC 1982/ Wellesley 1982 1981-1982
    Shoemaker I.H., The engravings of Marcantonio Raimondi, catalogo mostra Lawrence, Can. 1981-1982/ Chapel Hill, NC 1982/ Wellesley 1982, Lawrence, Can., Helen Foresman Spencer Museum of Art/ Chapel Hill, NC, Ackland Art Museum/ Chapel Hill, NC, University of North Carolina/ Wellesley, Wellesley College Museum 1981-1982, Lawrence, Can. 1981, pp. 118-119 sotto il n. 31 (scheda a cura di Wood C. E.)
  • De Vecchi P./ Petrioli Tofani A. 1982
    De Vecchi P./ Petrioli Tofani A., I disegni di Raffaello nel Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Milano, 1982, pp. XIII-XX n. 24 p. 235 , ripr. a p. 235
  • Forlani Tempesti A. 1983
    Forlani Tempesti A., Raffaello: disegni, Firenze, 1983, , tav. L
  • Joannides P. 1983
    Joannides P., The Drawings of Raphael with a Complete Catalogue, Oxford, 1983, pp. 221 n. 349, 257 , ripr. a p. 221 fig. 349
  • Jones R./ Penny N. 1983
    Jones R./ Penny N., Raphael, New Haven, 1983, pp. 132, 251 nota 30
  • Oberhuber K. 1983
    Oberhuber K., Il secondo periodo romano, in Knab E./ Mitsch E./ Oberhuber K., Raffaello. I disegni, Firenze ,1983, pp. 119-120
  • Oberhuber K./ Ferino Pagden S./ Huber E. W. 1983
    Oberhuber K./ Ferino Pagden S./ Huber E. W., Catalogo dei disegni, in Knab E./ Mitsch E./ Oberhuber K., Raffaello. I disegni, Firenze ,1983, pp. 663-664 n. 452
  • Città del Vaticano 1984-1985
    Mancinelli F., Raffaello in Vaticano, catalogo mostra Città del Vaticano, Musei e Gallerie Pontificie 1984-1985, Milano 1984, p. 348 sotto il n. 347 (scheda a cura di De Strobel A. M.)
  • Roma 1985
    Bernini Pezzini G./ Massari S./ Prosperi Valenti Rodinò S., Raphael invenit. Stampe da Raffaello nelle collezioni dell'Istituto Nazionale per la grafica, catalogo mostra Roma, Calcografia Nazionale 1985, Roma 1985, p. 233 sotto il n. III.1 (scheda a cura di Massari S.)
  • Emison P. 1985
    Emison P., Invention and the Italian Renaissance print, Mantegna to Parmigianino, , 1985, Columbia University Ph. D. 1985, pp. 166-169
  • Petrioli Tofani A. 1986
    Petrioli Tofani A., Inventario. Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi. Disegni esposti 1, Firenze, 1986, p. 235 n. 525 E, ripr. a p. 235
  • Cordellier D./ Py B. 1992
    Cordellier D./ Py B., Raphaël, son atelier, ses copistes (Inventaire Général des Dessins Italiens), Paris, 1992, p. 302
  • Prosperi Valenti Rodinò S. 1993
    Prosperi Valenti Rodinò S., I disegni di Casa Albani, in Debenedetti E. (a cura di), Alessandro Albani patrono delle arti, architettura, pittura e collezionismo nella Roma del ’700, Roma ,1993, pp. 10-11 pp. 30, 44 nota 71 , fig. 5
  • Landau D./ Parshall P. 1994
    Landau D./ Parshall P., The Renaissance Print 1470-1550, London, 1994, pp. 124-126, fig. 122
  • London et al. 1999-2001
    Clayton M., Raphael and his Circle. Drawings from Windsor Castle, catalogo mostra London et al., London, The Queen’s Gallery/ Washington, The National Gallery of Art/ Toronto, The Art Gallery of Ontario/ Los Angeles, The J. Paul Getty Museum 1999-2001, London 1999, pp. 96-98 sotto il n. 24 (scheda a cura di Clayton M.)
  • Stuttgart 2001
    Höper C., Raffael und die Folgen. Das Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit, catalogo mostra Stuttgart, Staatsgalerie, Graphische Sammlung 2001, Ostfildern-Ruit 2001, p. 206 sotto il n. A 91.1 (scheda a cura di Höper C.)
  • Prosperi Valenti Rodinò S. 2001
    Prosperi Valenti Rodinò S., Clemente XI collezionista di disegni , in Cucco G. (a cura di), Papa Urbani e le arti a Urbino e a Roma 1700-1721, catalogo mostra Urbino/ Roma, Urbino, Palazzo del Collegio, Piazza della Repubblica/ Roma, Chiesa del Santissimo Salvatore, Complesso monumentale di San Michele 2001- 2002, Venezia 2001, p. 42
  • Viljoen M. 2001
    Viljoen M., Raphael and Restorative Power of Prints, in Print Quarterly, XVIII, 4, 2001, p. 384
  • Tokyo 2007
    Watanabe S./ Satō N./ Kokuritsu S. B., Italian Renaissance prints from the Swiss Federal Institute of Technology Zurich, catalogo mostra Tokyo, Kokuritsu-Seiyō-Bijutsukan 2007, Tokyo 2007, p. 152 sotto il n. 72
  • Tokyo 2013
    Acidini C./ Sframeli M./ Watanabe S., Raffaello, catalogo mostra Tokyo, The National Museum of Western Art 2013, Tokyo 2013, pp. 142, 239 sotto il n. 41 (scheda a cura di Aldovini L.)
  • Fileti Mazza M. 2014
    Fileti Mazza M., Storia di una collezione. I disegni e le stampe degli Uffizi dal periodo napoleonico al primo conflitto mondiale, Firenze, 2014, pp. 21, 29
  • Joannides P. 2015
    Joannides P., Drawings by Raphael and his immediate followers made for or employed for engravings and chiaroscuro woodcuts, in Jacoby M./ Sonnabend M., Raffael als Zeichner. Die Beiträge des Frankfurter Kolloquiums, Petersberg ,2015, pp. 152, 158
  • Bloemacher A. 2016
    Bloemacher A., Raffael und Raimondi: Produktion und Intention der frühen Druckgraphik nach Raffael, Berlin, 2016, pp. 205-207, 347-348
  • Knaus G. 2016
    Knaus G., Invenit, incisit, imitavit: Die Kupferstiche von Marcantonio Raimondi alsSchlüssel zur weltweiten Raffael-Rezeption 1510-1700, Berlino/ Boston, 2016, pp. 51-58
  • Wouk E. H. 2016
    Wouk E. H., From death to print: Marcantonio Raimondi’s "Morbetto" and the power of engraving in Raphael’s Rome, in Wouk E. H. (a cura di), Marcantonio Raimondi, Raphael and the image multiplied, Manchester ,2016, pp. 47-65, fig. 4.8
  • Thomas B. 2017
    Thomas B., Raphael and the Idea of Drawing, in Whistler C./ Thomas B./ Gnann A./ Aceto A., Raphael the Drawings, catalogo mostra Oxford, Ashmolean Museum 2017, Oxford 2017, p. 54 nota 14
  • Thomas B. 2017
    Thomas B., Raphael and the Idea of Drawing, in Gnann A., Raffael, catalogo mostra Wien, Albertina 2017/ 2018, München 2017, p. 39 nota 14
  • Roma 2020
    Faietti M. et al., Raffaello 1520-1483, catalogo mostra Roma, Scuderie del Quirinale 2020, Milano 2020, pp. 175-177, sotto i nn. IV,16-18 (scheda a cura di Farinella V.)
  • Rossoni E. 2020
    Rossoni E. , Raffaello inventore e la produzione incisoria della prima metà del XVI secolo: la diffusione di uno stile, in Rossoni E., La fortuna visiva di Raffaello nella grafica del XVI secolo da Marcantonio Raimondi a Giulio Bonasone, catalogo mostra Bologna, Pinacoteca Nazionale 2020, Rimini 2020, pp. 10-11, fig. 5
  • Hamburg 2021
    Stolzenburg A./ Klemm D., Raffael. Wirkung eines Genies, catalogo mostra Hamburg, Hamburger Kunsthalle 2021, Petersberg 2021, pp. 118, 531, note 6-7, sotto il n. 4 (scheda a cura di Klemm D.)
  • London 2022
    Ekserdjian D./ Henry T., Raphael, catalogo mostra London, The National Gallery 2022, London 2022, pp. 196, 302, nota 1, sotto il n. 43, fig. 111 (scheda a cura di Ekserdjian D.)
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