Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi
Il disegno in esame presenta la pianta della Sala delle prospettive della Villa Farnesina a Roma ed è databile entro la primavera del 1518, durante la seconda fase dei lavori condotti da Baldassarre Peruzzi nell’edificio da lui progettato e portato a termine pochi anni prima, tra il 1505 e il 1511. Infatti, tra il 1518 e il 1519, su incarico del proprietario della villa, Agostino Chigi, l’architetto realizzò lavori di ristrutturazione che riguardarono in primo luogo la Sala delle prospettive che ricevette allora l’aspetto che noi conosciamo, funzionale a esprimere il grande prestigio raggiunto dal committente e a ospitare adeguatamente le sue nozze con Francesca Ordeaschi. Tali lavori comportarono un’estensione della sala del primo piano, che consentiva di realizzarvi gli affreschi con le famose prospettive, per creare uno spazio illusivamente ancora più ampio. Prima di questo intervento la sala era decorata con arazzi preziosi come era consuetudine per i saloni da festa. Peruzzi dovette, quindi, ridurre le dimensioni della scala che si vede a sinistra nel disegno, eliminare un corridoio che conduceva alle stanze verso nord, sempre sullo stesso lato, e creare una nuova camera da letto sul lato opposto, quello rivolto a est, a cui dava accesso la porta indicata da un’apertura in basso a destra nel foglio. Tali modifiche consentirono di aprire una finestra in più sul lato meridionale, in tutto quattro. A causa di tali aggiustamenti il camino, collocato nella parete di fronte alle finestre e ben visibile nella pianta, non è perfettamente centrato. Non è chiaro se questo schizzo sia stato realizzato prima dei lavori o prima di iniziare gli affreschi. Come ha dimostrato Christoph Luitpold Frommel, originariamente la sala era perfettamente proporzionata come 1 alla radice di 2, mentre nella pianta in esame tale equilibrio è stato totalmente sconvolto e le misure, che, come avviene normalmente in Peruzzi, sono indicate nel disegno, risultano alquanto approssimative. L’architetto, in realtà, era molto attento a utilizzare moduli proporzionali che applicava a tutto l’edificio, rendendolo un insieme organico in ogni sua parte. Tali schemi matematici erano desunti dall’antico e rivestivano un significato certamente importante, come dimostra il rigore con cui questo metodo veniva normalmente seguito. Tuttavia, nel realizzare i propri progetti Peruzzi teneva in somma considerazione anche le esigenze del committente, a cui, infatti, l’elaborazione teorica era spesso subordinata. Si noti, inoltre, come nel disegno degli Uffizi nell’angolo in alto a sinistra sia delineato un rettangolo, che, come ha notato per prima Costanza Barbieri (2013 [2014]) sulla scorta degli inventari della Farnesina a partire dal 1520, costituisce con ogni probabilità la base per la scultura, copia romana da un originale ellenistico, comunemente nota come l’Arrotino e oggi agli Uffizi, che, infatti, era posizionata alla sinistra dell’ingresso principale della sala. Questo forte elemento antiquario, previsto già nel progetto e carico di puntuali rimandi al ruolo di banchiere dei papi svolto dal proprietario, si inquadra nella volontà di 'restauratio' di Roma antica, a cui era ispirata la collezione di Agostino Chigi e che animava gli umanisti e letterati di cui egli si circondava. In conclusione, per quanto riguarda la provenienza del foglio, la sua presenza presso la collezione degli Uffizi è attestata con certezza la prima volta nel commento alla Vita di Peruzzi dell’edizione del 1879 delle 'Vite' di Giorgio Vasari curate da Gaetano Milanesi, sempre che esso non sia da identificare nello schizzo a penna relativo alla Villa Farnesina segnalato in una nota di una precedente edizione della stessa opera risalente al 1852 . In quest’ultimo caso, però, non si può escludere in modo definitivo che si intendesse fare riferimento a un altro disegno conservato nella medesima collezione fiorentina (inv. 365 A r.). Inoltre, per la probabile appartenenza in origine del foglio in esame a un fascicolo di carte non rilegato si rimanda a V. Cafà, in Vicenza/ Firenze 2006-2007, dove si trova anche una scheda completa sugli studi al recto. (R. Sassi, dicembre 2022)